Tutto ciò che non avete notato nella puntata 7×01

Premessa

Dopo una prima metà di stagione condita da – spero – esilaranti Recensioni Degrado, spinto dagli interessantissimi video di NewRockstars (il cui canale vi consiglio davvero di guardare se avete dimestichezza con l’inglese), ho deciso di iniziare questo nuovo format di articoli che vanno in qualche modo ad approfondire e a svelare i minimi dettagli, curiosità ed Easter Eggs delle puntate di The Walking Dead che ci hanno accompagnato da ottobre a lunedì scorso. È un modo anche per ingannare l’attesa (non lunghissima, dai) che ci separa dalla seconda metà della settima stagione, i cui misteri sembrano essere molto molto interessanti. 

Il titolo dell’episodio

Non sono un grande fan degli adattamenti dei titoli degli episodi, così come non sopporto quando vengono addirittura stravolti i meravigliosi titoli di alcuni film. Il titolo italiano di questo episodio è “Io ti ucciderò”, ed è ripreso dalla minaccia che Rick volge a Negan ad inizio puntata. Quello che magari molti di voi non sanno è che il titolo originale è “The day will come when you won’t be”, ovvero “verrà il giorno in cui non lo sarai più”. E no, non sono parole buttate lì a casaccio, perché sono la trasposizione esatta della risposta data a Rick dal dr. Jenner nell’ultima puntata della primissima stagione di The Walking Dead. Per coloro che non lo ricordassero, il dr. Jenner, frustrato dalla mancanza di progressi delle sue ricerche per trovare la cura al virus, preferì farsi saltare in aria insieme a tutto il CDC di Atlanta, nel quale vi erano anche Rick e il suo gruppo. Dopo aver convinto il dr. Jenner a lasciarli vivere per dar loro un’occasione, Rick si rivolse a lui dicendogli di essergli grato. E indovinate un po’: la risposta fu proprio “verrà il giorno in cui non lo sarai più”.

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Lo sguardo di Rick

La puntata si apre con un primo piano sugli occhi di Rick ed è una sorta di avvertimento sul fatto che l’intero episodio sarà non solo basato sul protagonista della Serie TV, ma sarà vissuto attraverso il suo punto di vista, attraverso i suoi occhi. Non a caso, in un flashback, è dal punto di vista di Rick che riviviamo la conta malata di Negan. E sarà proprio lo sguardo di Rick nei confronti di Negan un punto chiave dello sviluppo di questa puntata. Ma mentre all’inizio i suoi occhi vogliono sfidare l’assassino dei suoi migliori amici (la frase “non oggi, non domani, ma io ti ucciderò” è un riferimento alla simile promessa fatta a Gareth nella 5×01), notiamo per tutta la puntata una sorta di involuzione del modo in cui Rick guarda Negan, fino alla totale sottomissione.

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Il simbolo dell’ascia

Mentre nel fumetto l’ascia (o l’accetta) di Rick sono un simbolo del suo personaggio fin dall’inizio, nella Serie TV lo è diventato solo recentemente. E dato che in The Walking Dead praticamente ogni cosa è simbolica e non casuale, l’ascia è sempre stata un simbolo degli uomini di potere, da George Washington ad Abraham Lincoln. E in questa puntata vediamo Negan brandire l’ascia di Rick, pulendola addosso a lui dal sangue degli zombie, lanciandogliela sul tetto del camper per fargliela riprendere, fino a lasciargliela a terra prima di uscire di scena. E all’ascia stessa viene inoltre data la possibilità di tagliare o meno il braccio di Carl. Così come Re Artù aveva bisogno della sua Excalibur, Rick ha bisogno della sua ascia per essere un leader, nonostante sia distrutto emotivamente dagli eventi appena accaduti.

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Ambarabà ciccì coccò…

Come già detto prima, la conta malata di Negan viene rivissuta dal punto di vista di Rick e nonostante combaci con la conta vista nel finale della sesta stagione, tutti i mesi passati a fare calcoli sono stati inutili, perché questo non è nient’altro che un gioco malato di Negan per terrorizzare il gruppo. Perché del tristemente famoso “e quello sei tu”, Negan non segue l’ordine della conta, ne salta un paio e SCEGLIE Abraham. E badate, la scelta non è casuale: lo sguardo di Abraham, la sua stazza, il portamento (e i vestiti) militari rappresentano una minaccia per Negan. Perché lui ha bisogno di un leader sul quale poter esercitare il suo controllo, non di un soldato che può causargli problemi. Anche le ultime parole di Abraham “succhiami il cazzo” sono un’ulteriore sfida nei confronti di un Negan che odia le sfide e preferisce la sottomissione, come abbiamo notato nel camper in cui “sgrida” Rick per averlo sfidato con la sua minacca e lo tratta come un cane da riporto.

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Perché anche Glenn?

Nonostante le mille promesse da parte del cast e l’aver dribblato gli inevitabili spoiler, era più che una sensazione il fatto che sarebbero state due le morti in questo episodio. Ma perché Glenn? Nelle scorse puntate, tornando a parlare di simbolismo, non è un’eresia associare Glenn alla figura del Cristo sacrificale: è miracolosamente sopravvissuto sotto il cassonetto e circondato da zombie ad Alexandria nel tentativo di salvare Maggie, quindi questa terza (ed ultima volta) “deve” morire, diventando una sorta di martire. Perché volendo la sua storia era conclusa: si è sposato con Maggie, l’ha messa incinta, ha dimostrato di poter far diventare buono un personaggio come Nicholas e di poter essere un buon genitore con Enid. Ed ora viene immortalato con quest’immagine iconica dell’occhio schizzato fuori dall’orbita, che ci farà ricordare per sempre la sua morte. A differenza del fumetto, le ultime parole di Glenn sono state “Maggie, io ti troverò” e non è un riferimento al film di Liam Neeson, bensì al fatto che i due innamorati siano stati separati diverse volte durante le varie stagioni: dopo la prigione, durante la missione per deviare l’orda di zombie la scorsa stagione e ora per la terza, definitiva, volta.

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Ancora quello sguardo

La scena in cui Rick ritorna al camper con la sua ascia è importante per diversi motivi. Prima, quando Rick esce dal camper, veniva tormentato dalle immagini dei suoi amici e questo l’ha portato a scappare dagli zombie. Ora, invece, vive le immagini delle possibili morti dei suoi amici, e questo lo porta a reagire, dandogli la forza di combattere gli zombie allo stesso modo in cui la possibile morte di Carl gli dette la forza di combattere gli zombie dentro le mura di Alexandria. Da notare che le due scene siano state montate nella stessa maniera. hM05nOB.gif

Inoltre, vi sono altri fattori che vedono Rick paragonato ad un cane: quando Rick riporta l’ascia a Negan, quest’ultimo si rivolge a lui dicendogli “e bravo!” e, non contento, gira il coltello nella piaga con “dev’essere stata dura perdere due dei tuoi così” e “crush crush, è finita”, quasi paragonando i suoi amici ai testicoli del suo nuovo cagnolino castrato. Ancora, così come l’ha fatto entrare, Negan trascina Rick fuori dal camper a quattro zampe, così come si farebbe con un cane cattivo. Cattivo perché, nonostante tutto, ha ancora quello sguardo negli occhi che porta Negan all’ultimo test: costringere Rick a tagliare il braccio di suo figlio con l’ascia. E se ci pensate è assurdo, perché l’ascia viene usata da Negan per stuzzicare Rick (e noi telespettatori) durante tutto l’episodio: da quando Negan parla del suo braccio destro ad inizio puntata, facendosela riportare da Rick dopo averla lanciata, pulendola con dell’acqua ossigenata e tutti noi abbiamo vissuto l’episodio con gli occhi incollati sull’ascia perché chi segue il fumetto saprà bene che Rick perde la sua mano destra per via di un’ascia. E il fatto che Negan non gli amputi il braccio ma lo costringa a farlo a suo figlio è l’ennesimo colpo di scena! Ed è anche l’ennesimo riferimento religioso all’episodio biblico in cui Dio costringe Abramo ad uccidere suo figlio Isacco come sacrificio e, giusto un attimo prima che possa succedere, Dio lo ferma perché Abramo aveva dimostrato la sua obbedienza.

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I Salvatori

Dettagli che possono essere sfuggiti ai meno attenti sono questo Salvatore con la motosega, che probabilmente è stata usata non solo per minacciare il gruppo ma per tagliare i tronchi d’albero usati per la diga artificiale poi data alle fiamme nella scorsa stagione.

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Inoltre questo Salvatore che fotografa il cervello di Glenn è un riferimento all’episodio 12 della sesta stagione in cui Glenn e Heath vedono le decine di fotografie di crani spappolati che dànno la forza a Glenn di uccidere nel sonno i Salvatori, convincendosi che siano cattive persone. Il momento è abbastanza importante perché è la prima persona che viene uccisa da Glenn nell’arco di sette stagioni.

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L’ultima cena

L’irrealizzabile flash-forward in cui tutto il gruppo siede a tavola intento a cenare allegramente è un momento tanto commuovente quanto particolare. Infatti è noto che gli attori facciano queste cene ogni qual volta un personaggio da loro interpretato viene ucciso nello show. E per la serie “ogni vita è preziosa”, non tutti avranno notato che Morgan accarezza due candele spente su quattro, forse ad indicare che le morti della stagione saranno quattro e che due sono già accadute? Per ora, sembrerebbe di sì, visto che almeno nella prima metà di stagione sono morte quattro persone: Glenn, Abraham, Spencer e Olivia.

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E l’ultimo sguardo

Così come la puntata è iniziata, anche la fine è caratterizzata dallo sguardo di Rick, questa volta passato da rabbia/sfida a completo smarrimento e sottomissione. “Verrà il giorno in cui non lo sarai più” disse il dr. Jenner. E mentre ad inizio puntata sembra che queste parole possano venire da Negan, “verrà il giorno in cui non sarai più così volenteroso di minacciarmi”, a fine episodio sembra quasi vengano da Glenn e Abraham: “Rick, ora ti senti distrutto psicologicamente, ma verrà il giorno in cui non lo sarai più”. E dopo aver visto il mid-season finale, quel giorno è arrivato.

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Cosa ne pensate di queste analisi? Fatemelo sapere nei commenti in pagina e, se le reazioni saranno positive, appuntamento a lunedì prossimo con l’analisi approfondita della seconda puntata.

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